Uno, due, tre … molti !
E’ il Principio del terzo escluso !
Anche se forse non ce ne rendiamo conto l'affermazione di Einstein: Dio non
gioca a dadi è una frase che nasce da un qualcosa di radicato molto
profondamente nelle nostre convinzioni. Ma nel ragionare in questo modo noi
diamo per scontato un assunto che non è per nulla banale:
la realtà è intelligibile unicamente in termini razionali, dove per razionale si
intende sinonimo di logico.
Aristotele ha chiarito quali sono le regole della logica. Se vogliamo essere in
grado di fare dei predicati (cioè prima di poter compiere qualsiasi affermazione)
dobbiamo poggiare su un principio, il principio del terzo escluso, che dice
(riproposto in termini semplificati): Un asserto può essere vero o falso, non esiste
una terza possibilità.
( ma anche nella Radiestesia … elementare si sa che le risposte possibili sono:
1)si …2)no … e …3)forse- e il forse apre le porte a indeterminate possibilità … )
La logica aristotelica, che è anche la base della nostra logica occidentale,
prende la definizione di logica a due valori proprio da questo principio.
E' infatti tipicamente occidentale dividere la realtà in estremi opposti ed
inconciliabili, buono e cattivo, morale ed immorale, bene e male, Anima e corpo,
materia e Spirito.
Questi semplici ed innocui giochi di parole nascondono delle prese di posizione
che se non esplicitate a dovere possono far nascere delle profonde
contraddizioni. Queste contraddizioni sono insite nel nostro modo di pensare e
di concepire la Realtà, e ce le portiamo dietro finché non riusciamo ad
identificarle alla radice.
La Meccanica Quantistica, in quanto a volte in conflitto con la nostra idea classica
di razionalità, ci aiuta in questo processo di chiarimento di cos'è veramente la
Realtà al di là dell'idea che noi ci siamo fatti di essa.
Essa ci aiuta ad identificare le proprietà vere del mondo e a chiarire che
l'intelligibilità del reale in termini razionali non è una proprietà del mondo ma è
una proprietà del nostro modo di guardare alla realtà.
E' come una persona con un paio di occhiali con le lenti rosse sul naso, che
insiste a dire che tutto è colorato di rosso.
La Meccanica Quantistica, con le straordinarie sfide che impone al nostro
tentativo di comprendere, è una maestra preziosa nell'opera di aiutarci a
distinguere quanto della Realtà abbiamo compreso veramente e quante sono
invece le idee preconcette che derivano dal nostro modo di osservare la realtà.
La logica a due valori è troppo povera per descrivere la Realtà.
Uno, due, tre. . . infinito è il titolo di un piccolo libro,dedicato per un largo
pubblico, scritto nel 1948 dal fisico George Gamow.
Lo scopo di questo libro era di guidare il lettore ad una presentazione di vari
aspetti della scienza moderna: l’atomo, le galassie e il Big Bang, con la relatività
di Einstein guida sicura lungo il difficile percorso.
Il titolo del libro era un riferimento all’ipotetico inizio dell’aritmetica in tribù
primitive, con “Uno, due, tre, molti”.
(nota : La tribù Pirahã dell’Amazzonia ancora oggi fa di conto soltanto con “Uno,
due, molti”).
E , dopo un milione di anni di evoluzione, ancora oggi contiamo in realtà :
“Uno, due,. . . ,tre, molti”. Studi recenti hanno mostrato che una persona
“normale”
non è in grado di avere una visione mentale simultanea accurata di più di
sette oggetti.
[ Tanti sembrano essere i possibili livelli realtali ( realtà in fieri o probabilistiche):
ossia in ogni istante, ad ogni possibile scelta noi, anche se non lo sappiamo,
abbiamo un ventaglio di possibilità di scelta ampia di “vie”percorribili.
–1 per il fatto che allo stato ordinario non possiamo tornare indietro nello
spazio-tempo- nota di Massimo ]
Un contro-esempio, in campo informatico, è la logica FUZZY.
Se definiamo con la logica a due valori 0 = falso e 1 = vero, abbiamo che
possiamo insegnare ad un computer a distinguere vero da falso utilizzando due
valori interi 0 e 1. Ma in alcuni casi è più utile rilassare il nostro vincolo ai valori di
verità 0 e 1 ed accettare come risposte possibili oltre i valori estremi tutti i valori
compresi nell'intervallo tra 0 e 1. In questo modo non avremo più un significato
assolutamente vero o assolutamente falso ma una continuità nel contenuto di
verità o falsità di un predicato. Inutile dire che la logica fuzzy ha particolari campi
di impiego dove si dimostra efficiente nel risolvere alcune situazioni dove sia
difficoltoso decidere in termini assoluti per vero o falso.
Esamineremo più avanti in dettaglio che i predicati della Meccanica Quantistica
non rispondono ad una logica a due valori (vero o falso in termini assoluti) ma
sono più naturalmente trattabili in termini di percentuale di verità con un tipo di
logica affine alla logica FUZZY.
Capiamo ora perché a partire dalla Meccanica Quantistica debbiamo
riconsiderare il campo di applicabilità del Principio del Terzo Escluso,
ridimensionandone di molto l'importanza e la validità universale che normalmente
gli attribuiamo.
Ad esempio le particelle si comportano come onde e le onde si comportano
come particelle, questa equivalenza è stato il punto di partenza che ha permesso
di arrivare a penetrare le leggi della Meccanica Quantistica
( vedi il principio di Indeterminazione).
( l’autore dell’articolo che segue cerca di screditare, con la sua logica, le
conseguenze che implica la fisica quantistica - MQ -, ma non è consapevole del
fatto che con le sue scarne e scarse argomentazioni si sta massacrando gli
elettroni )
nota bene : le scritte in corsivo sono aggiunte personali di Massimo Molinari
Dio non gioca a dadi con il mondo:
Preferisce il poker !
I paradossi della MQ "Le nostre prospettive scientifiche sono ormai agli antipodi
fra loro. Tu ritieni che Dio giochi a dadi con il mondo: io credo invece che tutto
obbedisca ad una legge, in un mondo di realtà obiettive, che cerco di afferrare
per via totalmente speculativa.
Lo credo fermamente, ma spero che qualcuno scopra una strada più realistica o
meglio un fondamento più tangibile di quanto non abbia saputo fare io.
Nemmeno il grande successo iniziale della teoria dei quanti riesce a convincermi
che alla base di tutto vi sia la casualità, anche se so bene che i colleghi più
giovani considerano questo atteggiamento come un effetto di arteriosclerosi.
Un giorno si saprà quale di questi due atteggiamenti istintivi sarà stato quello
giusto."
Albert Einstein
- Ma ... uno “scienziato”… che “crede” … che tipo di scienza trasmette ? -
Effettivamente è assai strano pensare che allo stato primo la materia sia
governata dal caso... quasi che secoli, millenni di ricerca abbiamo portato l'uomo
nuovamente sotto il dominio di Ananke, il Fato, la più elevata Divinità greca...
Ed è per questo che i più grandi scienziati, padri fondatori stessi della MQ,
abbiano cercato di esplicitare l'assurdità nuova strada imboccata dalla loro teoria
attraverso paradossi.
Uno dei più conosciuti: IL GATTO DI SCHRODINGER .
L'esperimento ipotizzato da Schrödinger è un estremizzazione di quello che
realmente dovrebbe avvenire in natura: Avete davanti a voi una scatola: prendete
un gatto, un atomo radioattivo, e una lattina piena di cianuro.
Chiudete la scatola e la mettete da parte.
Vi hanno assicurato ( - ipse dixit ? - ) che l'atomo decadrà “più o meno” entro un
giorno, in quel momento verrà attivato un dispositivo che farà aprire la lattina, e di
conseguenza morire il gatto a causa dei gas tossici emessi.
Dopo “quasi” una giornata vi ritrovate nuovamente con la scatola in mano:
Cosa vi aspettate di trovare? Non ci vuole molta fantasia a rispondere, sono
possibili solo 2 combinazioni:
Gatto vivo- atomo integro Gatto morto- atomo disintegrato
E’ … il principio del terzo escluso ???
( Nell’intervallo matematico fra 0 e 1 funzionano tutti i componenti elettronici ! )
Sembrerà, però scontato a tutti che nell'istante in cui voi vi accingete ad aprire le
sorti dell'animaletto siano già segnate... La Meccanica Quantistica, invece, vi dice
che il gatto si troverà in una condizione stranissima: - semplicemente
indeterminata
- né vivo, né morto (- non sicuramente vivo , non sicuramente morto -)
Per capirci, è come se la natura avesse preso le vostre due combinazioni e
proprio nell'istante in cui voi aprirete la scatola ne estrarrà una:
sarà questa quella che voi vedrete. Siete VOI in un certo senso a decidere
riguardo alla sorte del gatto, che restano in bilico per tutto il tempo precedente.
A questo punto Wigner si chiese: perché le leggi della MQ non devono valere
anche per voi che aprite la scatola, ma solo per quello che c'è dentro? -
Ha ragione Wigner, valgono comunque, sia per il soggetto esaminatore che per il
soggetto esaminato ( tutti e due sono sotto stretta osservazione ) .
-Nel senso che:
1) aprendo la scatola trovate il gatto vivo, allora anche voi siete vivo,
da adesso potete morire in qualsiasi momento ;
2) aprendo la scatola trovate il gatto morto, allora anche voi siete morto:
o da morto potevate aprire la scatola
o siete morto nell’aprire la scatola .
Naturalmente voi avete una posizione privilegiata... come il gatto che viene
“messo” nella scatola (non sappiamo se consenziente all'esperimento ) - .
SINTESI:
( se per ogni gatto morto ammazzato, secondo la tradizione che non fa test,
ci sono 7 anni di disgrazie, vuol dire che lo “scienziato”-loco, in questo caso-
si prende perlomeno 350 anni di disgrazie.
E’ così dovrà reincarnasi ameno 5 volte per tentare di azzerare il suo “Carma”
che - secondo “lui”che non crede – non esiste –,
più modesto Albert -
Che strano mondo! (-quello di chi ha scritto l’articolo-)
Vi suggerisco di riguardarvi : Il settemplice pensiero
http://www.lo-spirito.com/1/il_settemplice_pensiero_7008216.html