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Se non fossimo “incatenati” …

Se non fossimo “incatenati” … - Lo Spirito

 

Se non fossimo “incatenati” …

 

Se non fossimo “incatenati”, come faremmo a liberarci ?

 

Meno male che ci siamo incatenati, o in questa o in altra vita,

 

con le nostre azioni non coerenti con il flusso della vita che chiamano “TAO” .

 

Così possiamo cercare e trovare mille e una via sbagliata, che ci può far

 

crescere, che ci aiuta a comprendere il nostro modo erroneo di porgerci nei

 

confronti e della vita e degli altri e di noi stessi.

 

E tante volte ci procuriamo ferite che non sempre rimarginano completamente.

 

E tante volte procuriamo ai nostri simili ferite che non sempre rimarginano .

 

E tanto e per tanto sbagliamo ossessivamente e ripetitivamente, in maniera quasi

  

coatta, fino a che non capiamo  che la ripetizione erronea non è necessaria, non

  

è obbligatoria, è superflua, inutile e controproducente per l’Anima.

 

Ma non è sufficiente capire e comprendere:

 

dopo questo più o meno lungo vagare per langhe vaste e sconfinate contornate

 

dal turbinio coinvolgente e sconvolgente dell’emozione ( essere fuori ) che ci

  

fuorvia e dal nostro profondo interiore e dalla nostra vera “VIA”, con il pericolo

  

reale di fare avvizzire, anziché liberare  la nostra Anima dalle pastoie del relativo

  

e della contingenza, possiamo, anzi dobbiamo apprendere che la Liberazione è

  

l’unica cosa reale proponibile.

 

Solo così, aiutando la nostra Anima a liberarsi dal contingente e dal relativo,

 

dalle morbose limitazioni del vedere  particolari, solo i particolari e i fatti limitati e

  

avulsi dal contesto che è  “la Liberazione”, possiamo stimolare il nostro Spirito ad

 

evolvere e crescere e svilupparsi .

 

Il percorso è quindi tracciato: il nostro compito specifico è quello di fornire gli

  

 elementi, tramite le nostre esperienze generatrici di ampi spazi di visione

  

 integrale e integrante e non limitanti, alla nostra Anima per poter elaborare

  

 l’esperienza dell’ Essere corporeo e liberarsi dalle limitazioni proposte dal limite

  

corporeo intensificando il nesso con lo Spirito e porgendo il lavoro della

  

 “Liberazione” svolto tramite il supporto del corporeo,

 

all’unica realtà non transeunte,

  

cioè lo Spirito, Atma, Ruach, SE’ - Sahu ( per gli Egizi ) -.

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