Eravamo andati con amici abituali a Porto Garibaldi per il fine settimana e sfogliando un giornale locale, come Il Gazzettino, apprendiamo che nella periferia di Ferrara, in Z.I., si sarebbe svolta una “dimostrazione” di Florencio, di passaggio in quel di Ferrara, prima di recarsi a Firenze e poi a Roma.
Siamo negli anni 2000-2002 e l’evento era organizzato da “S.d.S.” (Sentieri dello Spirito) gestito dalla Regina Zanella, che purtroppo non era presente all’evento per precedenti impegni.
Decidiamo quindi, anche se in tenuta balneare, di incamminarci in quel di Ferrara per l’evento programmato.
Con qualche difficoltà imprevista raggiungiamo alfine la Sede in cui si sarebbe svolto l’evento, era un’Associazione Culturale.
Premetto che fin da giovane (diciamo dal 1968…come data accertata…) sono avvezzo a comunicare telepaticamente anche con le persone (figlie comprese, le quali appena puberi hanno manifestato un certo imbarazzo per questo, quindi mi sono astenuto dal farlo ulteriormente).
Ciò premesso, appena presentato dalla relatrice il Florencio che avrebbe realizzato più quadri ad olio con le dita delle mani, mi sono “consentito” di chiedergli telepaticamente se sia possibile invitare un mio “AMICO” pittore defunto per permettergli di realizzare, tramite lui, un “suo” dipinto (chiedevo ...telepaticamente ed espressamente la presenza di Rol ed uno dei suoi meravigliosi quadri di “ROSE” …quasi…in disfacimento).
Ebbene…mentre il Florencio era indaffarato a dipingere i “suoi” quadri realizzati con le mani e le dita (la chiamano “pittura medianica” in quanto questi quadri sono realizzati estemporaneamente in pochissimo tempo ed in rapida successione e con stili completamente diversi e/o perfettamente “identici” ai consimili ed originali già esistenti) interloquiva ad alta voce con
le “Entità” che si qualificavano ed identificavano prima di realizzare i “propri” dipinti, identificabili per il loro stile, unico e spesso inimitabile, anche se alla fine Florencio firma con il suo nome tutti questi quadri per evitare frodi.
A questo punto si rivolge, guardandomi negli occhi, a me personalmente e dice: “Il suo “AMICO” (che è Gustavo Rol) non è attualmente “disponibile”, ma si “presta” a sostituirlo per realizzare il suo “desiderio” un di lui “amico” …!!!”.
Esordisce dicendo: “Sono Claude Monet, mi rifaccio ai ricordi della mia gioventù per realizzare questo dipinto”.
La cosa ci lascia …esterrefatti!
Le mani si muovono quasi in modo autonomo, robotizzate, velocissime e nel giro di pochi minuti viene realizzato “Il quadro”.
Stupore e meraviglia…è un mazzo di rose bianche e crema in un vaso di vetro bianco e quasi disfatte e con qualche petalo caduto sul tavolo.
Florencio mi riguarda negli occhi e ci tiene a precisare che Monet si è presentato spontaneamente in soccorso del mio “AMICO”, vista l’attuale e contingente impossibilità di poter essere disponibile.
Questo quadro, alla fine della produzione dei quadri di quel giorno, anche questo quadro viene messo all’asta: il prezzo comincia a lievitare al di là delle mie aspettative e disponibilità di contante, ed anche chiedendo di poter pagare con un assegno o col bancomat, visto che non avevo con me troppi contanti, la cosa non è possibile per motivi interni all’Organizzazione, la quale devolve tutti gli importi giornalieri a delle “ONLUS” per i bambini poveri del Brasile.
Il quadro è stato acquistato da una signora facoltosa che ho cercato, invano, di convincere a cedermelo il giorno successivo, pagandolo in contanti, ma…nulla da fare.
Ciò che mi è rimasto dentro (ed anche ai miei amici presenti), nel profondo del cuore è l’esperienza vissuta, intensa e profonda, cioè non solo il dialogo con Florencio, in parte telepatico per quanto riguarda il desiderio di far “produrre” un quadro da Gustavo Rol tramite Florencio, dopo di che il presentarsi di un degno e valido “soccorso”, vista la contingente impossibilità della partecipazione e/o “presenza” di Gustavo.
In seguito mi sono documentato su Claude Monet, perché non mi era nota questa sua passione per le “ROSE”, ed...in effetti ho trovato degli agganci e dei riferimenti chiarificatori del suo intervento, viste le molte “affinità” con molti quadri di Gustavo Rol.
Ecco le similitudini e gli “agganci”:
“Le rose di Claude Monet, la rosa, che ha accompagnato soprattutto la prima parte della vita di uno degli artisti più importanti dell’impressionismo.
“La rosa vuole dire tutto: l’amore sacro e l’amore profano – spiega la Ronchi della Rocca – è il fiore dedicato a Venere che nasce con le rose dalla schiuma del mare, ma è anche il fiore dedicato alla Madonna. Monet disegna poche rose rosse. Molte bianche, color crema. Molte rose damascene, spesso un po’ spampanate. La sua è quindi una rosa non superba, dolce, materna”.”.
Grazie di cuore anche per questa bellissima esperienza, Gustavo!