Si racconta …
dello spadaccino Shoken, il quale aveva la propria casa infestata da un ratto enorme.
Egli cercò di liberarsene grazie al suo gatto domestico, grazie a delle puzzole, usando la propria spada.
Ma fallì sempre. Esasperato si rivolse al
VecchioGatto.
Sorpreso del suo aspetto ordinario e di gatto assai in là con l'età, Shoken decise comunque di dargli una possibilità. Appena Shoken liberò il Vecchio Gatto nella sua casa, il ratto si irrigidì immediatamente, cosicché il gatto poté afferrarlo per il collo e presentarlo a Shoken. Tutti gli altri gatti, stupiti dalla magnifica vittoria del Vecchio Gatto, chiesero di essere ammaestrati nella sua arte. Essi spiegarono a lui le loro tecniche di attacco, di combattimento, ma il Vecchio Gatto obiettò dicendo che le tecniche sono assai importanti, la disciplina è necessaria, l'addestramento non è mai da abbandonare, ma che non bisogna basarsi solo su di essi.
È fondamentale l'approccio non mentale:
"Il pensiero ostacola la natura e ostruisce la vera funzione.
Non pensare, non agire;
segui i movimenti della natura e il sé (inferiore) scomparirà.
In assenza di sé non avrai avversari né in cielo né in terra.
Non appena si manifesta anche un minimo pensiero cosciente, volontà e progetto ti separano dalla Via naturale. Vedi te stesso e gli altri come entità separate, come avversari.
Mi chiedete quale sia la mia tecnica: la risposta è
non mente.
Non mente è agire in accordo con la natura, nient'altro.
Quello che precede possiamo considerarlo un esempio di ZEN.
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Qualche brano sulla meditazione di Osho A mio avviso ha senz'altro ragione Jiddu Krishnamurti quando afferma che "la meditazione non è la semplice esperienza di qualcosa al di là dei pensieri e dei sentimenti di ogni giorno, né la ricerca di visioni e beatitudini ... La meditazione — che è cessazione del pensiero — apre la porta ad una vastità che trascende ogni immaginazione o congettura; è comprensione del mondo e delle sue vie ... Tutto ciò che il pensiero formula ha in sé il limite dei suoi confini, il pensiero ha sempre un orizzonte, la mente meditativa non ne ha, l'uno deve cessare perché l'altro possa essere ... La meditazione non è una continuazione o una espansione dell'esperienza, al contrario, è la completa inazione che è totale cessazione dell'esperienza; lo svuotarsi del conosciuto ... Se non c'è meditazione, sei come un cieco in un mondo di grande bellezza, luci e colori ... Meditare non è ripetere parole, sperimentare visioni o coltivare il silenzio, questa è una forma di autoipnosi ... La mente meditativa è vedere, osservare, ascoltare senza la parola, senza commento, senza opinione — attentamente e costantemente — il movimento della vita in ogni suo rapporto; allora sopraggiunge un silenzio che è negazione del pensiero, un silenzio che l'osservatore non può richiamare. Se ne facesse esperienza, riconoscendolo, non sarebbe quel silenzio ..."Eh già... "quel silenzio "Meditazione è una lezione di consapevolezza, di assenza di pensiero, di spontaneità, di essere totalmente nella tua azione, all'erta, consapevole. Non è una tecnica, è un trucco. O lo capisci, o non lo capisci." - Osho La meditazione mi aiuterà a essere felice? Certo,ti può aiutare. Ti può rilassare un po'-- è un tranquillante. Ripetendo costantemente un mantra,ripetendo costantemente una certa parola,si cambia la chimica del tuo cervello. E' un tranquillante! Un suono tranquillante. Ti aiuta a rilasciare lo stress, così domani, sulla piazza del mercato sarai più efficiente, più abile nella competizione -- ma non ti cambia. Non è una trasformazione. Puoi ripetere un mantra, puoi praticare una meditazione; ti potrà aiutare un po' qua e là -- ma ti potrà aiutare soltanto a rimanere come sei. Viceversa, il mio messaggio è solo per coloro che amano davvero la sfida. Per i coraggiosi pronti a cambiare il modello della loro vita, che sono pronti a rischiare tutto -- poiché in effetti non hai niente da perdere: solo la tua infelicità, la tua miseria.
Ma le persone si attaccano anche a questo.Guarda le persone che parlano della loro infelicità: come diventano felici! Pagano per questo: vanno dagli psicoanalisti per parlare della loro infelicità -- pagano per farlo! Qualcuno che li ascolta con attenzione... e loro vanno in visibilio. Le persone continuano a parlare della loro infelicità... ancora e ancora e ancora. E la esagerano, la colorano, la fanno sembrare più grande. La fanno apparire più grande di quello che è. Perché? Non hai niente da rischiare. Ma le persone sono aggrappate al conosciuto, a ciò che è familiare. L'infelicità è tutto ciò che hanno conosciuto -- questa è la loro vita. Non c'è che il nulla da perdere, eppure si ha così tanta paura di perderlo. Con me, la felicità è al primo posto, la gioia è al primo posto. L'attitudine a celebrare è al primo posto. Una filosofia positiva verso la vita è al primo posto. Gioisci! Se non puoi gioire del tuo lavoro, cambia. Non aspettare! Perché tutto il tempo passato ad aspettare... stai aspettando Godot. Godot non arriverà mai. Si aspetta -- e si spreca- - una vita! Per chi, per che cosa stai aspettando? Se capisci di essere un miserabile all'interno di un certo modello di vita, tutte le vecchie tradizioni dicono: tu sei sbagliato. Io direi: il modello è sbagliato. Cerca di capire la differenza di questa messa a fuoco. Tu non sei sbagliato! Solo il tuo modello, il modo in cui hai imparato a vivere è sbagliato. Le motivazioni che hai imparato ed accettato come tue, non sono tue. Non soddisfano il tuo destino. Sono contro il tuo germoglio,sono contro il tuo elemento...... Dio arriva a te nel modo in cui voleva che tu fossi; conosce solo quell'indirizzo -- ma non ti trova mai lì, sei da qualche altra parte, nascosto dietro la maschera di qualcun altro, nel costume di qualcun altro, sotto il nome di qualcun altro. Come puoi aspettarti che Dio ti trovi? Egli continua a cercarti. Conosce il tuo nome, ma tu hai dimenticato quel nome. Conosce il tuo indirizzo, ma tu non hai mai vissuto a quell'indirizzo. Hai permesso che il mondo ti distraesse. Dio ti può trovare in un solo modo,in un modo solo ti può trovare, e questo modo è la tua fioritura interiore: come voleva che tu fossi. Finché non trovi la tua spontaneità, finché non trovi il tuo elemento, non puoi essere felice. E se non puoi essere felice, non puoi essere meditativo. Perché è nata quest'idea nella mente delle persone? Che la meditazione dia la felicità. Di fatto ogni volta che hanno trovato una persona felice, hanno sempre trovato una mente meditativa -- le due cose sono associate. Ogni volta che hanno trovato un alone di meditazione che circonda una persona, hanno sempre trovato che era tremendamente felice -- vibrante di beatitudine, radiosa. Sono due cose associate. Hanno pensato: la felicità arriva quando sei meditativo. Era esattamente l'opposto: la meditazione arriva quando sei felice. Ma essere felice è difficile, e imparare una tecnica di meditazione è facile. Essere felice significa un cambiamento drastico nel tuo modo di vivere, un cambiamento repentino -- perché non c'è tempo da perdere. Un cambiamento improvviso -- un improvviso rombo di tuono -- una discontinuità. Osho: dalla serie di discorsi, A Sudden Clash of Thunder Osho consiglia meditazioni statiche come la Vipassana?Domanda: Pensavo che la meditazione fosse una cosa semplice. Ma vedendo le persone fare Vipassana, ho perso ogni speranza di diventare mai un buon meditatore. Per favore, dammi un piccolo incoraggiamento. Osho: La meditazione è semplice. Proprio perché è semplice, sembra difficile. La tua mente è abituata ad avere a che fare con problemi difficili, e ha completamente dimenticato come rispondere alle cose semplici della vita.Più una cosa è semplice, più sembra difficile alla mente,perché la mente è molto efficiente nel risolvere cose difficili. E' stata addestrata a risolvere cose difficili, non sa come affrontare quelle facili. La meditazione è semplice, la tua mente è complicata. Non è un problema creato dalla meditazione. Il problema deriva dalla tua mente, non dalla meditazione.
La Vipassana è la più semplice meditazione del mondo. Con la Vipassana Buddha si è illuminato e con la Vipassana molte altre persone si sono illuminate, ( “si sono illuminate”…) più che con ogni altro metodo. Vipassana è il metodo. Certo, esistono anche altri metodi, ma hanno aiutato solo poche persone. La Vipassana ne ha aiutate migliaia ed è veramente molto semplice; non è come lo yoga. La Vipassana è così semplice che non la prendi affatto in considerazione. In effetti, avvicinandosi alla Vipassana per la prima volta, uno dubita che possa essere chiamata meditazione. Che cos'è? -- nessun esercizio fisico, nessun esercizio di respirazione; un fenomeno molto semplice: semplicemente osservare il tuo respiro che entra, che esce... finito, questo è il metodo; seduto in silenzio, osservi il tuo respiro che entra, che esce; senza perdere il suo percorso, questo è tutto. Non devi cambiare la tua respirazione - non è pranayama; non è un esercizio di respirazione, in cui devi fare profondi respiri, esalare, inalare, no . Lascia che la respirazione sia semplice, così com'è. Devi solo introdurle una nuova qualità: la consapevolezza.
Il respiro esce, osserva; il respiro entra, osserva. Diventerai consapevole: il respiro che tocca le tue narici in un certo punto, diventerai consapevole. Ti puoi concentrare lì: il respiro entra, senti il tocco del respiro sulle narici; poi esce, senti ancora il tocco. Rimani lì, sulla punta del naso. Non è che devi rimanere concentrato sulla punta del naso; devi solo rimanere attento, essere consapevole, osservare. Non è concentrazione. Non perderlo, solo continua a ricordartelo. All'inizio lo perderai in continuazione; allora ritorna lì. Se per te è difficile - per alcune persone è difficile osservarlo lì - allora puoi osservare il respiro nella pancia. Quando il respiro entra, la pancia si solleva; quando il respiro esce, la pancia si abbassa. Continui a osservare la tua pancia. Se hai davvero la pancia, questo ti sarà d'aiuto.
E solo osservando il respiro, succedono miracoli.
La meditazione non è difficile, è semplice. Proprio perché è semplice ti sembra difficile. Ti piacerebbe fare molte cose, e non c'è niente da fare; questo è il problema. E' un grande problema, perché ci è stato insegnato che dobbiamo fare molte cose. Chiediamo che cosa dobbiamo fare, e meditazione significa uno stato di non-fare: non devi fare niente, devi fermare ogni fare. Devi essere in uno stato di totale inazione. Anche pensare è in un certo senso fare - lascia andare anche quello. Avere sensazioni è in un certo senso fare - lascia andare anche quello. Fare, pensare, avere sensazioni - se tutto viene lasciato cadere, tu semplicemente esisti. Questo è essere. Ed essere è meditazione. E' molto semplice. Mi chiedi: "Pensavo che la meditazione fosse una cosa semplice, ma vedendo le persone praticare la Vipassana sto perdendo ogni speranza di diventare un buon meditatore".
Non pensare mai alla meditazione in termini di successo
E all'inizio, ogni nuovo processo sembra difficile. Uno deve abituarsi al suo sapore.Aspetta solo un pochino, Paul. Solo un po' di pazienza. All'inizio tutto sembra difficile, anche la cosa più semplice. E non avere fretta. Questo è uno dei problemi della mente occidentale - la fretta. Le persone vogliono tutto immediatamente. Pensano in termini di caffè istantaneo, meditazione istantanea, illuminazione istantanea.
No, neanche questo succederà presto. Sedendoti per un giorno in Vipassana, non ne uscirai sorridendo. Ne uscirai completamente stanco - stanco perché ti è stato detto di non fare niente, stanco perché non sei mai stato in una situazione così stupida prima d'ora. Non fare niente? Tu sei uno che fa! Se avessi tagliato legna tutto il giorno, non saresti stato così stanco. Ma seduto in silenzio, senza fare nulla, solo osservando il tuo stupido respiro che entra e che esce.... molte volte sorge l'idea: "Che cosa sto facendo qui?" E il tempo sembrerà molto, molto lungo, perchè il tempo è relativo. Il tempo diventerà lunghissimo. Un giorno ti sembrerà come se fossero passati anni e anni - "E che cosa è successo? Oggi il sole non tramonta? Quando finirà?" Se hai fretta, se sei impaziente, non conoscerai mai il sapore della meditazione.Il sapore della meditazione ha bisogno di tanta pazienza, infinita pazienza. La meditazione è semplice, ma tu sei diventato così complicato, che rilassarti richiederà tempo. Non è la meditazione che richiede tempo - lascia che te lo ricordi ancora - è la tua mente complicata. Deve essere riportata al riposo, ad uno stato di rilassamento. Questo richiede tempo. La meditazione è la danza della tua energia, e il respiro è la chiave.
Osho: The Guest, Capitolo 15
E' possibile meditare senza alcuna tecnica? Osho: La meditazione in sé stessa non può rimuoverli, sono necessarie alcune tecniche. Pertanto, lo scopo delle tecniche è preparare il terreno, preparare la strada, il passaggio. Le tecniche in sé stesse non sono la meditazione. Se ti fermi alle tecniche hai perso il punto. J. Krishnamurti ha insistito per tutta la sua vita sul fatto che non ci sono tecniche per la meditazione. E il risultato finale non è stato che milioni di persone hanno raggiunto la meditazione; ( meditazione –NON “ illuminazione” ) il risultato finale è stato che milioni di persone si sono convinte che nessuna tecnica è necessaria per la meditazione. Ma hanno dimenticato completamente ciò che avrebbero potuto fare rispetto agli ostacoli. Per cui si sono convinti intellettualmente che non è necessaria alcuna tecnica. Mi chiedi: "E' possibile meditare senza alcuna tecnica?" Non solo è possibile, è l'unica possibilità. Non è necessaria alcuna tecnica- per quanto riguarda la meditazione. Ma che cosa ne fai della tua mente? La tua mente creerà mille e una difficoltà. Queste tecniche sono necessarie per rimuovere la mente dal cammino, per creare uno spazio in cui la mente diviene quieta, silenziosa, quasi assente. Allora la meditazione avviene da sola. E la meditazione è la tua natura, è il tuo reale potenziale. E' un altro nome per indicare il tuo essere sveglio. La vita è un affare complicato. Ci sono buone e cattive notizie. La buona notizia è che non c'è bisogno di alcuna tecnica, ma la cattiva notizia è che senza tecnica non puoi raggiungere la meditazione. (Osho sta “vendendo” tecniche altrui … )La meditazione è il solo contributo che l'Oriente abbia dato all'umanità. L'Occidente ha contribuito in molte direzioni: migliaia di invenzioni scientifiche, l'immenso progresso della medicina, scoperte incredibili in tutte le dimensioni della vita.Tuttavia, quest'unico contributo dato dall'Oriente ha molto più valore di tutti i contributi dell'Occidente. L'Occidente sì è arricchito, possiede tutte le tecnologie che gli permettono di essere ricco. L'Oriente si è impoverito, è immensamente povero, perché ha cercato una sola cosa: il proprio essere interiore. La sua ricchezza non è qualcosa di visibile; tuttavia, ha conosciuto i picchi più alti della beatitudine e i più grandi abissi del silenzio; ha conosciuto l'eternità della vita; ha conosciuto la più bella fioritura di amore, compassione, gioia. Tutto il suo genio è stato dedicato a un'unica ricerca: si può chiamarla estasi.La meditazione è solo una tecnica per raggiungere lo stato dell'estasi, lo stato di ebbrezza divina.
(se cerchi solo questa “miseria” lo stesso effetto lo si ottiene con della pessima Vodka)
E' una tecnica semplice, ma la mente la rende molto complicata. La mente deve renderla molto complicata e difficile, in quanto le due realtà non possono coesistere. La meditazione è la morte della mente; naturalmente, la mente si oppone ad ogni sforzo teso verso la meditazione. E se perseveri, senza ascoltare la mente, essa è abbastanza intelligente e furba da darti false direzioni e dare loro il nome di meditazione.Proprio oggi mi hanno parlato di una persona che è stata per molti anni un discepolo di Maharishi Mahesh Yogi. Adesso è presente, sta meditando con noi, eppure continua anche a praticare la meditazione di Maharishi Mahesh Yogi.
-(Osho usa Maharishi, come un volgare piazzista che scredita gli altri per vendere la ‘sua’ ‘merce’ )-
Ciò che Maharishi Mahesh Yogi chiama "meditazione trascendentale" non è né trascendentale, né è meditazione; è un trucco della mente, innocuo; anzi, in grado di dare un po' di tranquillità, può fornire una sensazione di benessere, come si ha dopo aver fatto un buon bagno. Ma non è meditazione, perché non è in grado di portarti al di là della mente. Qualsiasi sforzo fatto dalla mente, non può portarti al di là della mente. Questa è una regola che è essenziale ricordare. La cosiddetta meditazione trascendentale né è un semplice esempio; esistono molte altre situazioni simili, diffuse in tutto l'Oriente. Ma nessuna di queste tecniche porta all'illuminazione; nessuna di loro porta al risveglio della consapevolezza. E questo è l'unico criterio per giudicare se esse siano giuste oppure no. Tutte queste tecniche si basano sulla concentrazione: tu ti concentri su una parola, una parola santa, il nome di Dio o un qualsiasi mantra; e la ripeti il più velocemente possibile, all'interno della tua mente. Maggiore è la velocità, meglio è. E la velocità ti aiuta in due modi....Il mantra, o il nome di Dio -- anche il tuo nome può funzionare... non è affatto necessario il nome di Dio, è sufficiente una parola qualsiasi, anche priva di senso, in quanto la tecnica si basa su un'altra cosa: si basa sulla ripetizione veloce. Dev'essere tanto veloce da impedire la presenza di spazi vuoti. E poiché non esistono spazi vuoti, non possono nascere pensieri. I pensieri hanno bisogno di un minimo di spazio. Dunque, da un lato impari ad andare sempre più veloce, nella ripetizione di quella parola... e se perseveri, con gli anni diventi un vero esperto. E quale risultato, alla fine, non verrà data, ad alcun pensiero, la minima opportunità di entrare nella tua mente. La meditazione inizia con l'essere separati dalla mente, dall'essere un testimone. E' sufficiente osservare, e immediatamente si esce dalla mente. Colui che osserva, non è mai parte della mente. E via via che l'osservatore mette radici e si rafforza, la distanza tra chi osserva e la mente diventa sempre più grande. Ben presto, la mente è così lontana che fai fatica a percepirne l'esistenza: è una semplice eco in una valle lontana... e alla fine, persino quell'eco scompare. Questo è "il dissolversi" della mente, senza sforzo alcuno da parte tua, senza usare nessuna forma coercitiva nei confronti della mente: la si lascia semplicemente morire - ( meglio,estinguere )-, di morte ( esaurimento) naturale. Allorché la mente è assolutamente assente -- se n'è andata del tutto, e non la riesci più a trovare da nessuna parte --- per la prima volta, diventi consapevole di te stesso, perché la stessa energia che era assorbita dalla mente, non trovandola più, si ribalta su se stessa. Quando la meditazione ritorna alla propria sorgente, esplode in una gioia immensa. Questa gioia, nel suo stadio supremo, è illuminazione. E qualsiasi cosa ti aiuti ad attraversare questo processo di meditazione, è disciplina. Può esserlo fare un bel bagno, sentirsi puliti e rinfrescati; sedersi in una posizione rilassata con gli occhi chiusi; né affamati né a stomaco troppo pieno... sedersi nella posizione più rilassata, e dare uno sguardo a ogni parte del corpo, per vedere se ci sono tensioni, di qualsiasi tipo esse siano. Se ne senti, cambia posizione e porta il corpo a uno stato di rilassamento. In Oriente è stato scoperto, e non c'è dubbio che sia così, che la posizione del loto -- l'avrete vista guardando le statue di Buddha: quella è la posizione definita "del loto" -- è la posizione corporea più rilassata; è una scoperta che risale a migliaia di anni fa. Tuttavia, per gli occidentali, che non sono abituati a stare seduti per terra, la posizione del loto è un incubo! Quindi, evitala! Perché ci vogliono almeno sei mesi per imparare ad assumere la posizione del loto, e non è affatto una cosa necessaria. Se sei abituato a star seduto su una sedia, puoi trovare una posizione particolare, o una sedia fatta in un certo modo, che aiutino il tuo corpo a rilassare tutte le sue tensioni. Non importa se ti siedi su una sedia, o nella posizione del loto, o se ti sdrai sul letto. Stare seduti è meglio, perché ti aiuta a non addormentarti. La posizione del loto è stata scelta per diversi motivi. Se riesci ad assumerla senza che diventi una tortura, sarà la soluzione migliore; ma non è una necessità. Di certo è la situazione migliore da cui puoi entrare nello stato di osservazione. Le gambe sono incrociate, le mani sono incrociate, la spina dorsale è diritta. Tutto questo ti offre diversi aiuti, tutti rilevanti, per essere nello stato di osservatore. Innanzitutto, in questa posizione la forza di gravità ha sul corpo un effetto minimo, in quanto la spina dorsale è diritta, e quindi offre una presa minima all'effetto gravitazionale. Quando sei sdraiato, la forza di gravità agisce su tutto il tuo corpo. Ecco perché la migliore posizione per dormire è stare sdraiati: la forza di gravità attrae tutto il corpo, e a causa di questa attrazione, il corpo perde tutte le sue tensioni. Inoltre, quando sei sdraiato, se lo scopo è dormire, dovresti usare un cuscino, perché quanto meno sangue raggiunge il cervello, tanto meno la mente è attiva. Meno sangue raggiunge la mente, maggiore è la possibilità di addormentarsi.
( Il cervello con la mente ha la stessa relazione che può esserci fra un passeggero e un bus che lo porta da qua a là !! il cervello è solo un veicolo della mente ,
La Mente è Atopica, non localizzata, atemporale. E’ solo ‘campo’ )
E incrociare le gambe e le mani, ha un significato: l'energia del tuo corpo si muove in circolo; il circolo non viene interrotto nella posizione del loto, in nessun punto. Entrambe le mani... una mano dà energia all'altra mano, un piede dà energia all'altro, e l'energia continua a muoversi in un circolo. Tu divieni un circolo della tua bioenergia. Quindi, diverse cose ti sono di grande aiuto: la tua energia non viene dispersa; per cui, non ti stanchi. Il tuo sangue raggiunge il cervello in quantità minima, di conseguenza la mente non funziona molto. Tu siedi in una posizione particolare -- le gambe sono chiuse, le mani sono chiuse e la colonna vertebrale è diritta -- che rende difficile addormentarsi. Si tratta di semplici sostegni; non sono essenziali: non è detto che una persona che non sappia sedersi nella posizione del loto non possa meditare; la meditazione sarà un po' più difficile, ma la posizione del loto è solo un aiuto, non è una necessità assoluta. Quindi, la prima cosa della disciplina, è un corpo rilassato. E, a quel punto, limitatevi ad osservare la mente, come se non fosse altro che uno scorrere di pensieri, nell'ora di punta, o un film, oppure uno spettacolo televisivo: voi non siete altro che osservatori neutrali. Questa è la disciplina; e se questa disciplina viene completata, diventa facilissimo osservare: e l'osservazione è meditazione. Grazie all'osservazione, la mente e i pensieri scompaiono. E il momento più estatico, si ha quando ti ritrovi pienamente all'erta, senza che esista in te un singolo pensiero... ma solo il cielo silente del tuo essere interiore. Questo è il momento in cui l'energia si volge all'interno: questa inversione è improvvisa, è repentina! E quando l'energia si volge all'interno, porta con sé una gioia infinita, una delizia orgasmica. All'improvviso, la tua consapevolezza diventa ricchezza allo stato puro, perché l'energia è il nutrimento della tua consapevolezza. L'energia che ritorna indietro, crea praticamente una fiamma del tuo essere. Tutt'intorno vedi pura luce... silenzio, silenzio totale... e un'immensa centratura. Ora sei nel centro stesso del tuo essere. Al momento giusto, quando sei esattamente centrato... l'esplosione. Questa esplosione, è ciò che chiamiamo illuminazione. L'illuminazione ti porta tutti i tesori del mondo interiore, l'assoluto splendore. E' il solo miracolo che esista al mondo: conoscere se stessi ed essere se stessi, e sapere che si è immortali. Si è al di là del corpo, al di là della mente. Si è pura consapevolezza. Quindi, la disciplina è un semplice sostegno, la cosa essenziale è l'essere testimoni, osservare -- questo è meditazione. Se vuoi capire cosa sia esattamente la meditazione... Gautama il Buddha è il primo uomo che sia arrivato a darne l'esatta definizione: egli la chiama "essere testimoni". Impara ad essere un testimone da Gautama il Buddha. E da Patanjali impara la disciplina che può essere d'aiuto per meditare. In questo modo, lo yoga e la meditazione possono diventare una sintesi. Lo yoga è una disciplina -- un semplice sostegno esteriore -- il cui aiuto è immenso, ma non assolutamente necessario. Mentre Gautama il Buddha ha dato al mondo la cosa veramente fondamentale e la più essenziale: l'essere testimoni, come meditazione. La tua domanda non potrà avere una risposta fino a quando non muoverai i primi passi sul sentiero; fino ad allora, tornerai a chiedere: "Che cos'è la meditazione?" La mia semplice spiegazione non è sufficiente: dovrai camminare lungo il sentiero...
Tratto da: Oltre le Frontiere della mente: http://www.etanali.it/sulla_meditazione.htm
Chi è Osho?
E’ un provocatore rivoluzionario … nel tentativo di destare la tua attenzione !
Sappiamo bene che le rivoluzioni e le provocazioni sono un tentativo infruttuoso
ed estremo di ottenere una risposta di reazione.
Non una scelta Cosciente e Consapevole !
Conosciamo la reazione del “sistema” alle provocazioni e alle rivoluzioni.
E Osho non si è sottratto a questa reazione, come Socrate, Gesù, Giordano
Bruno, Kennedy, Tesla, e tutti quelli che il “sistema” ritiene, a torto o ragione,
“pericolosi”.
Basta considerare, nel campo della “medicina” il Genio Italiano “Calligaris” e le
sue incredibili scoperte sul corpo umano. I Russi applicano le sue conoscenze,
che permettono e consentono di curare e guarire senza “farmaci”e in Italia è
ignorato!
Osho è stato reso innocuo, avvelenandolo, non con la cicuta, ma col Tallio !!!
Personalità poliedrica e spesso conflittuale, un “guru” d’elite, figlio del suo tempo.
E’ riuscito a proporre una prospettiva di “società non capitalista”, non fondata
sul dio denaro. Prospettiva non realizzata al momento attuale.
Tutto da verificare ciò che produce nelle “menti” dei suoi seguaci ( più o meno
persuasi e convinti ) e in quelle dei suoi detrattori.
Dico nelle “menti”dei seguaci, per il fatto che questo è il suo “piano”
di applicazione e attuazione:
la mente e i suoi limiti strutturali, non un passo in più .
Certamente non lo vedo nel ruolo di un “mistico”che vive nel profondo del SE’,
nell’Atma, nella dimensione dello Spirito e nel Sacro e Divino che E’ in noi.
E non mi riferisco alla platealità del modo di apparire, ma al modo di Essere.
E’ stata una delle mie prime conoscenze nel mio personalissimo mondo della
“Ricerca Interiore”,
e sinceramente, non ho mai preteso null’altro di quello che è.
L’Utopia Osho !
La sintesi su di lui è perfettamente espressa dall’ immagine iniziale, che è
all’ingresso di Casa Molinari : Questo è Osho.
Bene!
So che a questa disamina segue … il brusio nelle “menti” impazienti .
Ho solo “usato” la sua tecnica, applicata ai “credenti”.