Lo Spirito, che per sua natura è confidente, spessissimo tende a non
rendersi palese, per far sì che non venga mai meno la libertà e la
libera scelta dell’ Uomo, pertanto l’Uomo che non è domestico e
avvezzo alla Sua familiarità e alla Sua presenza onnipervadente tende
erroneamente a pensare che la propria realtà fatta di apparenze
e inconsistenza, non sia pertinenza dello Spirito.
Guardate e Vedete con gli occhi dello Spirito quello che fate:
quello che fate normalmente, tutti i giorni, anche le cose più semplici
e all’apparenza ovvie, guardate e Vedete con gli occhi dello Spirito
quello che fate, che ai vostri occhi umani ( fatti di carne ) sembrano
assurgere ad azioni “spirituali”: frequentare “chiese”,
recitare preghiere ( non si sa bene per “avere”-“ottenere” –
“possedere” cosa,
supponendo di non avere già avuto di più di quanto vi è pertinente
e congeniale alla vostra evoluzione ), mantrare, yogare, etc. .
Non è detto
che tutto ciò che ai vostri occhi sembra essere Spirituale, lo sia.
In tutto ciò che viene precedentemente descritto, anzi, non c’è nulla
di Spirituale .
Per una ragione semplicissima.
In tutte le vostre azioni compiute con la vostra carne, in cui non
scorgete, non intravedete l’azione compiuta dallo Spirito manca ciò
che non mettete:
la Sacralità del gesto .
Nulla diventa Spirituale senza la Sacralità del fare.
Bisogna compiere tutto il nostro fare intriso, anzi stracolmo di assoluta
Sacralità, ogni singola azione, anche la più semplice e anche
all’apparenza banale può renderci Esseri Spirituali che si manifestano
simultaneamente nei vari piani di Realtà permettendoci la
trascendenza della apparente separazione dei piani di esistenza,
permanendo nel tempo Kairós, intimamente e persistentemente
connessi con il
Sacro e Divino.