Giufà che personaggio!
E’ un misto di “figure” contemporanee a cui si sono ispirati e ne hanno
recepito il senso profondo del messaggio: molto del “principe” De
Curtis, alias Totò, e parecchio di Peter Sellers, soprattutto ne’
“Oltre il giardino”, in Pierino dei film polpettone, conditi con procaci e
prorompenti amazzoni e storie simili.
Ha origini remote nella tradizione Arabo-mediterranea la cui fonte
originale è da far risalire all’ostilità preconcetta nei confronti di
personalità troppo al di là del “sentire comune”. Da ciò l’atteggiamento
di scherno, derisione mista ad una sorta di ammirazione mal celata nei
confronti dei “mistici” o Sufi ( nel mondo Islamico ) ed Esseri che hanno
realizzato il SE’, nell’accezione più propria del significato profondo,
che si chiama “Realizzazione” o “Liberazione”.
In oriente questa corrente “mistica” si chiama ZEN, anche lì mal vista
perché fuori dagli schemi e difficilmente “controllabile”, anche se i
“maestri” hanno pochi allievi.
Giufà è il protagonista di un filone di storie tragi-comiche arabe, diffuse
nella narrativa popolare mediterranea. E' un personaggio stolto, saggio,
sciocco, furbo, insofferente all'autorità, imprevedibile. Nelle sua
avventure egli si caccia spesso nei guai, ma riesce quasi sempre,
spesso involontariamente a uscirne illeso e a farla franca o di ottenere
vantaggi personali. E' un uomo molto ignorante, di carattere semplice,
ingenuo, che vive alla giornata in maniera candida e spensierata, che
parla per frasi fatte e che conosce soltanto una certa tradizione orale
che gli venne impartita dalla madre. Giufà, ci fa sorridere con le sue
storie di furbizia, di sciocchezza e di saggezza anche se spesso si
mostra poco furbo e molto credulone, facile preda per truffatori di ogni
genere.
La salsa di pomodoro
(questa me la raccontava mia nonna Angelina 60 anni fa, con le lacrime
agli occhi )
Giufà, io vado a messa, disse sua madre, e tu guarda bene che le
mosche non vadano a posarsi sulla salsa che è fuori al sole a
seccare !
Per un po’ Giufà cacciò le mosche con un ventaglio, ma si stufò di
cacciarle e andò fuori a giocare con gli amici . Tornata dalla messa la
madre lo vide giocare e chiese: e la salsa a seccare al sole, chi ci bada
alle mosche ?
Giufà risponde: ci ho provveduto e nessuna mosca può andare a
posarsi sulla salsa ! La madre va fuori e vede tutta la salsa coperta da
uno strato di terra !!!
E giù botte da orbi sulla schiena di Giufà !!!
Giufà, il cristiano e l'ebreo
Giufà, un cristiano e un ebreo vivevano nella stessa casa. Una sera,
per cena, venne loro servito un magnifico piatto di carne. Ciascuno dei
tre commensali desiderava avere solo per sè quel cibo succulento, e
nessuno voleva cederlo all’altro. Allora l’ebreo disse: - Io propongo che
noi tre si vada a dormire senza toccare cibo. Colui che al suo risveglio,
domattina, racconterà il sogno più bello, mangerà tutto quanto. E cosi
fecero. La mattina dopo ciascuno racconto il suo sogno. Disse il
cristiano: - Ho sognato che il Messia (su di lui la pace!) è venuto a
prendermi per mano e mi ha fatto vedere le meraviglie della terra. - Nel
mio sogno invece - replicò l’ebreo - il nostro profeta Mosé (su di lui la
benedizione!) è venuto e mi ha fatto visitare il regno celeste. Infine,
parlò Giufà: - In quanto a me, il mio profeta Maometto (Allah preghi per
lui e gli conceda la Sua benedizione!) mi ha svegliato e mi ha detto: "I
tuoi due amici sono occupati a visitare la terra e il cielo, e non
torneranno molto presto. Quindi, è meglio che tu mangi la carne, prima.
Giufà e i ceci
Una giorno la mamma di Giufà, uscendo per andare a messa, disse: -
Giufà io sto uscendo. Fra un po' metti due ceci in pentola, in modo che
quando torno siano pronti per mangiare. Uscita la mamma, dopo un
po', Giufà fece quello che la madre gli aveva detto. Quando la madre
tornò a casa vide che la pentola dell'acqua era sul fuoco che bolliva.
Ma, alzando il coperchio, restò di stucco non vedendo nessun legume
dentro l'acqua. - Giufà, figlio sventurato, - disse - ma non ti avevo detto
di mettere i ceci in pentola? - Così ho fatto mamma - Ma come? Non
vedi che non c'è niente? - Non ho colpa mamma. Anzi io ho fatto
meglio di come mi avevi detto. Invece di due ceci in pentola ne ho
messi tre. Poi per controllare la cottura, ne ho assaggiato uno, per
vedere se era giusto di sale ne ho assaggiato un altro e per vedere se
fosse ancora duro ho assaggiato l'ultimo. Per questo motivo non ne
sono rimasti. La mamma di Giufà, senza dire altro, prese un cucchiaio di
legno e gliene suonò di santa ragione sulle gambe.
Giufà al mercato
Andando al mercato, Giufà vide una donna che cercava disperatamente
di vendere una capretta, ma la gente passava indifferente e non si
fermava. La disperazione della donna aumentava e, allora Giufà decise
di aiutarla. Prese una fettuccia di stoffa e cominciò a misurare da capo
a piedi e in lungo e in largo la capretta. I passanti, incuriositi da queste
strane misure, cominciarono a fermarsi e ad osservare cosa Giufà
facesse. Finalmente un uomo decise di acquistare la capretta e di
pagarla quanto la donna chiedeva. Giufà soddisfatto smise di misurare
l'animale, ma il nuovo padrone volle chiedergli il perché di tutte quelle
misurazioni. Giufà rispose: - Ho pensato che la gente volesse sapere le
giuste misure dell'animale prima di acquistarlo. Quindi, facendo le
misure davanti a tutti ho incuriosito i passanti e ho potuto far vendere la
capretta a quella donna disperata.
Tirati la porta
Una volta la madre di Giufà andò alla messa; dice: -Giufà vado a
messa; tirati la porta. - Giufà, come uscì sua madre piglia la porta e si
mette a tirarla; tira tira, tanto forzò che la porta se ne venne. Giufà se la
carica sulle spalle e va in chiesa a buttargliela davanti a sua madre: -
Qua c’è la porta! ... Sono cose queste ? !... E giù botte!!!!!
La maestra a scuola chiede: "Gifà hai letto"?
E Giufà di rimando: "No cu me nonna mi curcu..."